La corsa dell’addio Novembre 1917 Monte Grappa. Le truppe italiane in ritirata, si assestarono sulla nuova linea difensiva, mentre incombeva l’avanzata degli austro- tedeschi, che avevano sfondato a Caporetto. In quei frangenti, molti soldati transitarono con i propri reparti, passando vicino ai loro paesi. Non c’era tempo per fermarsi, un saluto e via. Ma al calar della sera, con un permesso sulla parola, molti soldati scesero a trovare i loro familiari, ma c’era poco tempo, bisognava correre! E con il cuore che batteva forte, giù per i pendii e i boschi, per passare poche ore con i propri cari, per un’ora d’amore fuggente forse l’ultima, prima di morire fermando gli invasori. E poi il ritorno: salite in corsa, per tornare in tempo mantenendo la parola, magari con del cibo per i compagni rimasti. Correre per amare, correre per lottare, correre per la gloria.
Giovanni Rech, di Seren del Grappa, padre di 3 bambine, fece la sua ultima corsa verso il monte Tomatico, dopo aver trascorso la notte in famiglia. Apri per primo il fuoco contro gli austriaci, morendo poi sotto la croce gettando indietro le bombe a mano avversarie.
Celeste Spadarotto di Quero, scenderà al paese a salutare i genitori. Sopravvissuto alla guerra, tornerà trovando il paese distrutto ed entrambi i genitori morti.
Vincenzo Colognese di Montebelluna, medaglia d’argento, morto mentre correva lungo le trincee del Monte Valderoa, a soccorrere e rincuorare i compagni feriti.
Fu la l’ultima corsa per tanti soldati. Senza distinzione oggi li ricordiamo. Correre per lo slancio di un assalto, per portare ordini importanti o un compagno ferito, correre per salvarsi, correre per scrivere la Storia. E tu oggi che corri per sentirti vivo, e il tuo sudore bagna erba e rocce , ricordati di loro, che qui hanno versato il loro sangue. Senti battere il cuore, che oggi è quello di ogni nazione che qui un tempo ha combattuto. Corri oggi, tu che sei libero!